educazione finanziaria per tutti

Educazione finanziaria per tutti, questo lo slogan!

L’Italia ha deciso di puntare sull’educazione finanziaria! Evviva!

Ecco l’annuncio altisonante che emerge da un consesso di cervelloni nel campo bancario, imprenditoriale, statistico, universitario, ecc.

Riunioni, convegni, tavole rotonde, per accorgersi che siamo tra i paesi occidentali dove la cultura finanziaria è più bassa in assoluto.

Ma di chi è la colpa se non di quelli che ora si disperano e promettono di impegnarsi per rimediare?

A parole, tutti si impegnano a fare qualcosa, a promuovere l’educazione finanziaria, a stanziare fondi, a divulgare gratuitamente, bla, bla, bla.

Lo stesso fanno alcune Istituzioni pubbliche, alcune banche, alcuni enti.

Certo, prendono stanziamenti ed incentivi.

Alla fine, perseguono sempre un interesse particolare. Interesse particolare che è contrastante: lo vedremo tra poco.

Non si può divulgare disinteressatamente qualcosa che ci danneggia direttamente

E’ una regola basilare della vita che vale soprattutto negli affari e nel business.

O forse siamo di fronte a veri benefattori?

L’ultima l’ho sentita proprio qualche giorno fa, ecco il titolo:

“4 banchieri centrali si impegnano sull’educazione finanziaria”

E mi sono chiesto: a divulgarla o ad occultarla?

Non voglio pensare male ma faccio questo mestiere da troppi anni e ho visto sbandierare al vento troppi slogan dai top manager dell’industria e delle banche.

Ripeto: Non si può divulgare disinteressatamente qualcosa che ci danneggia direttamente”.

“Quando ci sono interessi contrastanti, è molto difficile che i buoni propositi si realizzino!”

E’ come se l’associazione benzinai si impegnasse a promuovere l’utilizzo dell’auto elettrica (che gli toglierebbe il pane).

Oppure

E’ come se i top manager delle aziende energetiche si impegnassero a promuovere solo le energie rinnovabili e il fotovoltaico (che gli toglierebbe il pane).

Oppure,

se i produttori di carni facessero una campagna a favore dei vegetariani

…e così via.

Le banche e gli industrie possono mai insegnare ai loro clienti a difendersi da loro stesse?

Cioè insegnare cosa conviene e cosa no?

Come cavarsela in modo autonomo senza rivolgersi ai loro consulenti?

Oppure, come evitare gli investimenti di un certo tipo, che loro propongono?

Le banche benefattrici?

Andatevi a leggere qualche articolo di Training finanziario oppure qualche mio libro.

Insomma, dobbiamo aprire gli occhi: bisogna capire se queste istituzioni intendono educare finanziariamente le persone (ma fino a un certo limite) per guadagnare proseliti, oppure usare la divulgazione per agganciare clienti per consigliare propri prodotti o servizi.

La famosa propaganda potrebbe essere nascosta in questi buoni propositi di divulgare gratuitamente l’educazione finanziaria.

Purtroppo, non siamo tutti  sprovveduti, non ci facciamo abbindolare dai soloni in giacca e cravatta che parlano in modo forbito nei convegni e lanciano slogan da benefattori.

Tuttavia, essi non vanno condannati del tutto. Anche loro rispondono a logiche di bilancio e fatturato delle aziende per cui lavorano.

Educazione Finanziaria per tutti: non possibile quando ci sono interessi contrastanti

Quando gli interessi sono contrastanti, non c’è via d’uscita. La regola vale negli affari, nella nostra società come nella giungla.

Ecco perché lo Stato vieta il fumo ma solo fino a un certo punto: perchè realizza miliardi dalle tasse sui tabacchi!

Ecco perché le grandi Aziende energetiche hanno ostacolato finora la diffusione delle energie alternative: perché ci guadagnano. E lo Stato le avalla perché percepisce l’iva sui consumi della materia prima. Miliardi di euro.

Ecco perché i petrolieri hanno tenuto a bada la diffusione delle tecnologie rinnovabili nei motori, le auto elettriche e le batterie o la diffusione delle auto alimentate a idrogeno.

Per interesse. Tutto per puro interesse.

Ma attenzione: nel business è lecito tutto questo, non c’è nulla di illegale.

Ma siamo noi che DOBBIAMO ISTRUIRCI FINANZIARIAMENTE PER DAVVERO e capire, interpretare, non prendere per buono tutto quello che sentiamo.

Possiamo farlo oggi sul web, attraverso i giusti canali indipendenti.

I siti “Istruzione Finanziaria” e “Training Finanziario”, che ho creato e che promuovo, cercano di fare questo in modo indipendente.

Ora che il fenomeno delle energie rinnovabili è diventato vitale per la nostra nazione e non può più essere arginato, tutti si pronunciano a favore predicando l’ecologia, il green, il carbon free.

L’avvento dell’elettrico (auto e apparecchiature) o l’affermazione del principio del rendersi “energeticamente autonomi” con un impianto domestico, fa perdere miliardi di euro allo Stato e alle imprese che vendono energia (che sono sempre a partecipazione statale).

Piccolo aneddoto: mi capita qualche giorno fa un importante ex esponente apicale di una società energetica pubblica (di cui non faccio il nome) che mi racconta che 20 anni fa si fece costruire nell’appartamento al piano attico in cui vive, una centrale fotovoltaica che, insieme con la domotica e la tecnologia, lo rese completamente autosufficiente già 20 anni fa. Ma lo potette fare perché era nel settore e sapeva come farlo e a chi rivolgersi. Aveva accesso alle giuste informazioni che ci sono state per anni celate o rallentate.

E ancora oggi, noi, dopo 20 anni, nel corso della mordente crisi energetica, con il prezzo del gas alle stelle, con gli ecobonus dello Stato, ecc., non sappiamo cosa fare e a chi rivolgerci per costruire un impianto di autosufficienza energetica domestica. E molti non hanno capito se bisogna chiedere dei permessi per realizzarlo. 

Mi sbaglio?

E questo non è un boicottaggio silenzioso?

Educazione Finanziaria per tutti?

Ecco perché, essendomi pentito di non averlo fatto 6 anni fa quando me lo proposero, mi accingo a rendermi energeticamente indipendente e a mandare a quel paese tutti quanti. Sto pagando bollette insostenibili e mi sento sotto ricatto. Tutto il nostro paese è sotto ricatto energetico. Ma nessuno spinge più di tanto a costruirsi un impianto autonomo. Te lo dicono, ti danno gli incentivi, ma è tutto nebuloso e la burocrazia e le notizie intralciano i buoni propositi.

Per lo meno, questo è quello che sento con le mie orecchie tutti i giorni.

E lo stesso avviene con l’educazione finanziaria.

Educare il parco buoi (così sono chiamati i cittadini dagli addetti ai lavori) va contro gli interessi costituiti delle istituzioni interessate.

Le istituzioni pubbliche, in tema di educazione finanziaria per tutti, lanciano programmi e progetti (finanziati dallo Stato) e prendono stanziamenti pubblici per realizzare questi progetti.

Le banche parlano di divulgare l’educazione finanziaria ma alla fine lo fanno per piazzarti i loro prodotti.

Dovremmo chiedergli:

Fino a oggi che avete fatto?

A parte che, leggendo il resoconto di questi incontri, di questi convegni, le parole continuano ad essere forbite, criptate, non comprensibili alle masse. E questo non è conforme ad una sana divulgazione dell’educazione finanziaria per tutti.

Se veramente ci fosse l’intenzione di diffondere al grande pubblico l’istruzione finanziaria, si parlerebbe in modo più semplice e comprensibile.

Inoltre, non se ne parlerebbe solamente, come si fa da anni, si procederebbe in modo serio, si passerebbe ai fatti.

Non ci vorrebbe un grande sforzo.

Io, per quello che posso, con gli strumenti che ho a disposizione, da privato cittadino, da esperto bancario e di istruzione finanziaria, il mio dovere cerco di farlo, in modo indipendente e libero.

Produco corsi di istruzione finanziaria semplice e accessibile, scrivo libri divulgativi, informo con i miei articoli su siti editorialmente indipendenti.

Tutte le istituzioni che citavo prima, con tutti i mezzi del mondo a disposizione, a parole fanno divulgazione, in realtà non ti insegnano nulla di veramente utile.

Tutti vogliamo parlare di divulgazione, fare del bene, renderci utili, bla, bla, bla, e poi tutto rimane come prima. E’ tipico di noi italiani.

Vi mostro, citandoli per estratto,

ALCUNI TITOLI DI ARTICOLI RIPRESI DAL WEB IN QUESTI GIORNI:

“Feduf: ‘L’educazione finanziaria come risposta importante alla crisi economica’”

“Il Presidente dell’Abi, l’Unibo, l’Ipsos e la Banca d’Italia, concordi sul valore delle competenze di base anche come strumento di contrasto della congiuntura…”

venerdì 24 Giugno 2022

“Un’indagine della Banca d’Italia evidenzia che oltre il 50% degli italiani non raggiunge un livello di competenza sufficiente a prendere decisioni informate sulle proprie finanze. La situazione sta però migliorando. A fine 2020 la quota di soggetti che hanno una conoscenza sufficiente delle questioni finanziarie, secondo i parametri Ocse, è salita al 44,3% dal 32,6% di tre anni prima.”

“Con la crisi del 2008 è stato subito evidente che le persone non erano in grado di compiere scelte finanziarie, in particolar modo la scelta del loro livello di indebitamento.”

“Il tema dell’educazione finanziaria è strettamente connesso anche agli indicatori di benessere finanziario. Sappiamo infatti che il benessere finanziario degli individui è associato e correlato con le proprie scelte finanziarie.”

“Naturalmente la conoscenza finanziaria implica anche essere capaci di calcolare un valore atteso, uno sconto, una variazione percentuale, sapere come annualizzare un tasso d’interesse e valutare il rischio finanziario, può essere compreso solo se capiamo questi concetti. Data tale premessa, si può facilmente capire come la struttura dei portafogli della famiglia sia costituita. Le persone si affidano molte volte alla banca, senza capire i prodotti che sono loro proposti. Per esempio, in Italia, i portafogli delle famiglie sono prevalentemente concentrati su prodotti finanziari, bancari o Titoli del Tesoro. C’è poco investimento azionario e anche poca assicurazione.”

…ancora…

“Di fronte alla crisi finanziaria del 2008, ma anche del Covid-19 o in contesti, per esempio, di aumento dei tassi di inflazione, il problema diventa ancora più rilevante. La mancanza della consapevolezza del rischio del proprio investimento, del proprio indebitamento, può essere pericolosa, specialmente in alcune fasi importanti della nostra vita e in particolare quando siamo più giovani e dobbiamo compiere scelte rilevanti per il futuro o in età avanzata, quindi per la pensione. La discussione sarà ancora più rilevante quando verranno proposte nuove forme di finanziamento alle famiglie, attraverso piattaforme informatiche e senza consulenza.”

“La conoscenza finanziaria è un ingrediente necessario in molte delle nostre azioni quotidiane. Si può insegnare l’economia e la finanza ai bambini giocando. Sarebbe necessario trovare il metodo adeguato all’età degli individui per insegnare loro l’educazione finanziaria, quindi direi a tutte le età e in tutti i cicli di scuola.  All’università, per esempio, in Italia sono inseriti alcuni corsi che vengono chiamati di conoscenza trasversale. Un corso di educazione finanziaria dovrebbe essere reso obbligatorio per tutti.”

“Naturalmente poi ci sono altri luoghi oltre la scuola: i sindacati, le associazioni di categoria. L’altro luogo per eccellenza è la famiglia: parlare di soldi, risparmio, investimenti in famiglia è importante. Non c’è nulla di più importante che imparare dall’esperienza, ma anche attraverso i social media, i podcast, naturalmente sempre di qualità e fatti da professionisti.

BEI PROPOSITI E BELLE PAROLE.

LE CRISI

In questi anni sempre di più ci stiamo abituando a vivere in uno stato di crisi che si susseguono. Reali o indotte, le crisi ci affiancano nella nostra vita e ci tengono in perenne tensione psicologica e finanziaria.

Le più importanti e gravi degli ultimi anni:

-Mutui subprime
-Lehman brothers
-La Sars
-Crisi immobiliare
-Pandemia
-Guerra Ucraina/Russia
-Crisi energetica (gas)

Altre crisi minori ma altrettanto importanti:

-Crisi dei microchips
-Petrolio (ricorrente)
-Grano e Frumento (conseguenza della guerra in Ucraina)
-Siccità (estate 2022)
-Carenza di acqua

E tante altre piccole crisi, indotte e conseguenza delle precedenti.

In questo scenario ti devi saper muovere.

E hai due possibilità:

1) seguire la massa e farti trasportare dalla corrente, fidandoti dei media e dei giornali e dei consigli “tanto al chilo”…

2) usare la tua istruzione finanziaria per ragionare ed interpretare gli eventi, trovando le giuste soluzioni a tuo vantaggio.

Noi apparteniamo alla seconda categoria (e anche tu devi farlo) e stiamo studiando per questo, rassicurati!